Marcello Ziliani

Designer

di Paolo Ruggiero  

Per Casa Trend

 

Sperimentazione, ricerca funzionale, lanci di metafore: oggetti che richiamano altre immagini, anche ludiche, quelle depositate nell’immaginario felice che ciascuno conserva, certe grafiche e incastri quasi da Carosello, da stanza dei giochi, riportate in vita attraverso allusioni lievi, discrete.

Marcello Ziliani, quarantaquattro anni, bresciano, laurea al Politecnico di Milano (relatore Achille Castiglioni), titolare dello studio Zetass, così dice di sé: “Penso di appartenere a quel tipo di progettisti che leggono il singolo progetto secondo la molteplicità di declinazioni con le quali è costretto a misurarsi, che vanno dal contesto culturale alla fruizione”. 

Un approccio miscelato a alti dosaggi di ironia: ottima chiave per durare oltre le moda del momento. “Faccio prevalere l’esigenza di servizio rispetto allo stile”, precisa Ziliani, in controtendenza con chi invece rincorre una propria “griffe” riconoscibile costi quel che costi.

Dalla matita di Ziliani, invece, escono cose che vivono bene anche da sole, fuori gamma, quasi istantanee di slanci creativi magari scaturiti una notte e non più ripetibili, fusi addosso allo specifico oggetto. 

Per esempio l’orologio da parete Tempi duri: quadrante in acciaio inox e numeri ritagliati per elettroerosione chimica e piegati perpendicolarmente: le ore si sollevano verticalmente dal quadrante lasciando sul piano l’impronta della loro assenza.

Un modo per restituire all’”orologio” dimensioni perdute, spiega il designer. Giochi di ombre da meridiana contemporanea. 

Tempi duri

Ci piace, l’esilarante l’ironia di Pendolo, portasapone e bicchiere in equilibrio sul lavabo attraverso un appoggio puntiforme a ventosa e un contrappeso baricentrato sotto di essi: se li si tocca dondolano.

Pendolo

Altre volte Ziliani calca sul pedale della sperimentazione tecnologica, e allora ecco Tiffany, la prima sedia in policarbonato trasparente stampata con tecnologia a gas di seconda generazione.

Oppure Noah, poltroncina in schiumato integrale disegnata per il gruppo Sintesi, come due foglie che si intersecano eppure perfettamente fuse, quasi un rompicapo di Escher allo stato solido, una seduta che evidentemente fora anche lo schermo, la si è vista all’Isola dei Famosi e a Miss Italia. 

Spesso si tratta di oggetti assai gradevoli anche da chiusi, come la scala Flo, che ripiegata pare un’antenna: indice, questo, di grande pulizia e controllo formale. 

Flo

 

E forse anche di quella umiltà di approccio che porta al fondo delle cose: “Qualsiasi progetto è un desiderio, una speranza di volo. Poi in realtà si fanno delle grandi corse agitando le braccia e stop. Ma, dai e dai, magari una volta dieci metri in planata riesci anche a farli”, scherza Ziliani.