Estratti da varie interviste

di Paolo Ruggiero

 

 

ANDREA G. PINKETTS

scrittore

Mete d'Elite, ottobre 2005

Lo scrittore Andrea Pinketts

Cosa ne pensi degli aperitivi?

«Ci si va per incontrarsi. 

E poi perché forse è un contraltare, 

un riscatto nei confronti 

di quel momento terribile 

che è la pausa pranzo».  

 

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MARCO PACORI

psicologo e psicoterapeuta

Dossier Puglia, settembre 2005

Si attraggono maggiormente "gli opposti" oppure si cercano e si trovano più spesso le persone simili, per ceto sociale, interessi, cultura?

«Più si è "opposti" e più il matrimonio è in squilibrio. Ci sono alcune coppie - lo vedo spesso in seduta - che si mettono assieme perché si compensano: c’è chi ha delle qualità - per esempio la sicurezza, l’estroversione - che mancano all’altra persona.
È proprio un rapporto di compensazione, che però tende a decadere, perché le persone spesso evolvono, cambiano, hanno altre esperienze, altre necessità.
Per quanto riguarda cultura, scolarizzazione, interessi, è meglio che le persone siano abbastanza simili, affini. Vedo che ultimamente c’è la tendenza - soprattutto da parte degli uomini - a contrarre matrimoni con donne straniere: russe, filippine, thailandesi...».

 

 

ballo in un'isola greca

 

Perché?

«Perché sono più "facili". Spesso in questi matrimoni l’età del maschio è di molto maggiore rispetto a quella della ragazza. Ciò che le donne non trovano desiderabile nella nostra società - per esempio un’eccessiva differenza di età - è estremamente appetibile per una donna straniera che sposandosi acquisirebbe uno status che non ha».  

Uno scambio: la "freschezza" in cambio della cittadinanza...

«Esatto. E si tratta di un fenomeno in crescita. Però una di queste unioni su tre non dura, e quando dura spesso resiste con difficoltà».  

 

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EDMONDO BERSELLI

editorialista e scrittore

 

Svela Modena, dicembre 2005

 

Cosa è rimasto oggi dell’antica rivalità tra modenesi e bolognesi?

«Rimangono sentimenti di rivalità molto moderati che si esprimono, che so, sul calcio, oppure attraverso il piccolo sfottò quotidiano. Siccome i modenesi storicamente hanno avuto questa grande capacità di maneggiare attrezzi, di realizzare cose meccaniche, hanno sempre guardato un po' di sbieco, di traverso alla Bologna professionale, diplomatica, grassa, colta. Ma è comprensibile: Bologna già nel Medioevo era uno snodo di traffici, commerci, culture.
Ha un’università antica, con più di nove secoli di vita, ha l’abitudine a trattare con gli altri. Tutte caratteristiche che invece città più provinciali, con realtà sociali legate alla durezza del lavoro hanno guardato talvolta con sospetto, talvolta con senso di superiorità malcelata… ma insomma della rivalità, della "secchia rapita" non rimane proprio niente.
Oramai, come si sa, l’Emilia-Romagna è una specie di grande conurbazione quasi senza fratture, senza limiti e confini.
Basta entrare in autostrada per vedere il grande flusso di persone che c’è fra Modena e Bologna e fra le altre città e il capoluogo, per capire che ormai siamo dentro una metropoli, e ognuno di noi è quasi un quartiere di una città più grande».

 

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ANGELO FERRACUTI

reporter e scrittore

 

Svela Marche

 

Hai descritto la noia che può capitare di avvertire a volte se si vive in provincia.

Che dire della città, invece?

«Forse in una metropoli uno può nascondersi meglio, ma la solitudine e più ingombrante che in un posto piccolo. 
Il mio primo libro di racconti, Norvegia, è uscito dodici anni fa, e allora sicuramente c’era un’altra Italia. 
Oggi la noia non c’è più, ne resta solo una struggente nostalgia.
Anche la provincia dell’Impero è brutalizzata dalla volgarità dei media, dal traffico, dai rumori. I televisori strillano dappertutto, nelle case entra ormai tutto il peggio.
Non c‘è più la noia e neanche il silenzio.
Nessuno può annoiarsi nella Società dello Spettacolo. 
Bisogna divertirsi, bisogna fare animazione».
 

 

lo scrittore Angelo Ferracuti

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MARGHERITA HACK

astrofisica

marzo 2005

L'astrofisica Margherita Hack

Foto tratta dallo spettacolo "Variazioni sul cielo", 

di Sandra Cavallini e Fabio Massimo Iacquone, 

con la partecipazione di Margherita Hack.

 

Abbiamo chiesto a Margherita Hack perché l’attenzione dei media sull’universo è così diradata

«C’è poco interesse per la scienza in generale.

Si parla soprattutto di tecnologia. Ma senza la ricerca scientifica non avremmo nemmeno le innovazioni tecnologiche».

 

Margherita Hack rispose al telefono a questa domanda, con la sua bellissima voce, nell'ambito di un articolo sullo spettacolo teatrale Variazioni sul cielo di Sandra Cavallini e Fabio Massimo Iacquone, che vedeva la presenza in scena della grande astrofisica.

Lo spettacolo era tratto dal suo libro Sette variazioni su cielo (Raffaello Cortina Editore, 1999).

Margherita Hack è mancata il 29 giugno 2013.

E se ne sente la mancanza.