Copertina romanzo su Parigi, vivere a Parigi, pro e contro di Parigi, scrittori italiani a parigi


  1. Editore: Castelvecchi
  2. Anno: 2020
  3. Collana: Narrativa
  4. Pagine: 314

 

 Il cielo è limpido, solcato solo dalle scie di condensazione di aeroplani a trentamila piedi. Il sole irradia una luce più chiara rispetto a Bologna.
Fa danzare sulla superficie della Senna riflessi blu velluto, verde vetro.
Socchiudo gli occhi fino quasi a chiudere le palpebre.
Mi fermo nel punto in cui le ciglia si toccano e i punti di luce diventano cerchi, dischetti bianchi, un rudimentale effetto psichedelico da ozio al sole, da lucertola.
Lo champagne infonde ottimismo.
Mi godo il momento, mentre dalla cassa toracica si diffonde una dolcezza che non sentivo da tempo.
Chi era lo scrittore che diceva essere parigini non è essere nati a Parigi, ma esserci rinati?
Ho la sensazione di essere atterrato al posto giusto al momento giusto. Sto cominciando a caricarmi.

Lascio Bologna per un terreno di gioco parecchio più vasto,
moltiplicatore di eventi e destini.
Venti arrondissements: venti città diverse. Ciascuna con il suo battito.
Come venti variazioni su un tema, a far pulsare la metropoli.
Non mi dispiace arrivare a Parigi a inizio autunno.
Durante l’Erasmus mi ero reso conto che in questa città le stagioni
sono due soltanto: da ottobre a marzo, da aprile a settembre.
La prima per studiare, lavorare, mettere da parte le ghiande, come i castori.
La seconda con le giornate che si dilatano, la luce che dura fino a tardi,
molto più a lungo che in Italia, fino alle 21.
Giornate da godere lungo la Senna, dentro i parchi,
ai bordi dei canali artificiali...

Un romanzo incalzante e magnetico.
(Dalla quarta di copertina)   



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Ne parlano (In progress...)

  Le descrizioni di Parigi attraverso gli occhi del protagonista sono tra le più
belle regalateci dall'autore: la città palpita attraverso le sue parole, è viva e pulsante.
È come se sulla bicicletta di Livio ci fossimo anche noi, inebriati dal vento della capitale.

(Luisa Perlo, Il Font)

  Una scrittura definita, puntuale, cesellata.

(Gaia Matteini, Il Corriere Romagna)

  Restituisce la città verace, palpitante, in presa diretta.

(Renato Barilli, critico d'arte e letterario, membro del Gruppo 63)

  Descritti magistralmente gli scenari urbani, bolognesi e parigini.

(Renzo Brollo, Il MangiaLibri)

  Da una parte c’è l’incipit del romanzo e l’introduzione del tema principale,
lento ma non troppo; dall’altra la vita prende il sopravvento
e ci si lancia in una rumba scatenata...
Una voce già matura, autorevole, nonostante questo sia il suo esordio nel romanzo.

(Matteo Bugliaro, Piego di Libri)

  Viene a crearsi nel lettore un effetto ipnotico, di totale immersione...
Ruggiero è bravissimo a ritrarre prima la seducente Bologna universitaria, poi Parigi
e infine, quasi per contrasto con la debordante vitalità delle città, l’isoletta greca.
Un luogo quasi desolato, un paesaggio dell’anima.

(Edoardo Zambelli, Satisfiction)

  Merita di essere assaporato senza fretta, capitolo dopo capitolo.

(L'Unità / Articolo21)

  La più divertente descrizione delle ragazze parigine che abbia mai letto...

(Una lettrice)


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  Un libro che è un omaggio alle città,
alla giovinezza e al cambiamento.
E anche alla musica.
(Cristina Cantiani, Read and Play)


Immergiti nella sontuosa playlist (3 h 51 min)
composta da Cristina Cantiani di Read and Play,
con la musica ascoltata dal protagonista nel libro...







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